La fava, (Vicia faba) è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose. Di antichissime origini, fino al secolo scorso le fave secche cotte in diversi modi hanno costituito la principale base proteica nella dieta di molte popolazioni del bacino del Mediterraneo specialmente di quelle meridionali dell’Italia.
La fava si coltiva per la sua granella che, secca o fresca, trova impiego come alimento per l’uomo e per gli animali. La pianta viene anche coltivata per foraggio (erbaio) o per sovescio. Una peculiarità di questa pianta è la capacità di instaurare una simbiosi mutualistica con un microrganismo azoto fissatore, il Rhizobium leguminorasum. Questo batterio si instaura sulle radici della pianta e forma dei tubercoli nei quali fissa l’azoto atmosferico, utilizzando per questo processo l’energia fornitagli dalla pianta ospite sotto forma di zuccheri.
Le fave in cucina
Per fare ricette con le fave fresche approfittate dei mesi di aprile, maggio e giugno; le fave fresche possono essere consumate direttamente crude, tradizionalmente abbinate con Pecorino Romano. Le fave possono essere consumate anche cotte, lessate o in umido. Ecco alcune ricette con le fave fresche di fornelli di stagione.

Fave alla menta
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Fave e favismo
Il favismo è determinato da un’alterazione genetica che codifica l’anomalia strutturale dell’enzima glucosio – 6 – fosfato deidrogenasi (deficit di G6PD), con il risultato della rottura dei globuli rossi e di conseguente crisi emolitica; Il difetto enzimatico si trasmette ereditariamente con il cromosoma X del sesso: i maschi ne sono colpiti in forma grave mentre le femmine, sono portatrici del gene anomalo e possono trasmetterlo alla progenie. Per queste ragioni e per il fatto che il Italia molte persone sono affette da favismo, ci sono ordinanze che obbligano tutte le attività commerciali, che servono o mettono in vendita fave fresche sfuse, di apporre dei cartelli per avvisare i cittadini che in quei luoghi si commercializzano fave sfuse.
Per le foto si ringrazia l’azienda agricola biologica di Antonella Ruggeri